ll settore energetico non è mai stato così esposto ai rischi cyber come oggi. La crescente digitalizzazione delle infrastrutture porta indubbi benefici in termini di efficienza e innovazione, ma allo stesso tempo spalanca le porte a nuove e sofisticate minacce.

Secondo un’analisi del Cybersecurity Competence Center di Maticmind, riportato sull’ultima analisi pubblicata da Milano Finanza, nel 2024 gli attacchi informatici contro il comparto energetico sono cresciuti del 40% rispetto all’anno precedente, e le proiezioni stimano un ulteriore incremento del 21% entro la fine del 2025.
Non si tratta di episodi isolati: l’Europa ha superato le Americhe come epicentro della minaccia, raccogliendo quasi il 60% delle vittime globali. L’Italia, in particolare, è tra i Paesi più vulnerabili: il 75% delle menzioni sul dark web legate alle utility riguarda aziende italiane.

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Hacktivism in crescita, ransomware ancora la minaccia più redditizia

Un dato sorprendente emerge dal report: nel 2025 l’hacktivism – cioè gli attacchi motivati da ideologie politiche, sociali o ambientali – ha superato per la prima volta il cybercrime a scopo finanziario. Oggi rappresenta il 58% degli incidenti nel settore energetico.
Gli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), ad esempio, sono esplosi in Italia con una crescita del 107% solo nei primi mesi del 2025. Questi episodi mirano a bloccare i servizi, creando disservizi e instabilità che possono avere ricadute sull’intero sistema-Paese.
Allo stesso tempo, il ransomware continua a essere il business più redditizio per i gruppi criminali. Secondo il nuovo Energy & Utilities Risk Radar Report di Trustwave SpiderLabs, tra il 2024 e il 2025, il settore ha registrato un incremento annuo dell’80% negli attacchi ransomware. Gruppi come LockBit, AlphV e Hunters International hanno consolidato il loro dominio, prendendo di mira soprattutto Stati Uniti ed Europa.
Italia: un bersaglio privilegiato
Secondo l’analisi di Maticmind, alcune delle principali aziende energetiche italiane presentano livelli critici di esposizione:
- oltre 2.000 account Active Directory compromessi,
- più di 150 credenziali VPN privilegiate sottratte,
- oltre 2.000 vulnerabilità note e sfruttabili.
E il problema non riguarda solo le aziende di energia, ma anche l’intera catena di fornitura.
Le credenziali di fornitori industriali e tecnologici sono spesso messe in vendita nei marketplace del dark web, trasformando ogni anello della supply chain in un punto di ingresso potenziale per gli attaccanti.
Perché il settore energetico è così esposto?
La digitalizzazione delle infrastrutture ha migliorato l’efficienza e la gestione delle reti, ma ha anche ampliato la superficie di attacco. La convergenza tra IT (Information Technology) e OT (Operational Technology) rende i sistemi più interconnessi, ma anche più fragili.
Un attacco non colpisce solo i dati, ma può avere conseguenze fisiche: blackout, interruzioni della distribuzione e danni a impianti industriali.
Negli Stati Uniti, ad esempio, l’età media della rete elettrica è di 40 anni: un’infrastruttura vecchia e complessa che diventa ancora più vulnerabile quando viene integrata con sistemi digitali. In Europa, il rischio è simile, con la possibilità concreta di attacchi cyber-kinetic, capaci di passare dal mondo digitale a quello reale.
Prevenzione: dalla difesa reattiva alla resilienza
Difendersi non basta più: serve la capacità di anticipare e resistere.
La resilienza diventa l’elemento chiave per affrontare minacce sempre più sofisticate.
Come sottolinea Andrea Baggio, CEO di ReputationUP:
“La cybersecurity non è più una barriera tecnica: è un pilastro strategico per garantire continuità, reputazione e fiducia.”
Per le utility, adottare un approccio proattivo è fondamentale. Tra le priorità individuate dagli esperti:
- Creazione di digital twin di sicurezza, per testare scenari di attacco in ambienti simulati.
- Adozione di sistemi avanzati di threat intelligence, in grado di anticipare le minacce.
- Esercitazioni interdisciplinari regolari, per preparare personale e infrastrutture a rispondere a incidenti reali.
- Segmentazione della rete e politiche di accesso ristretto, per contenere i danni in caso di compromissione.
- Backup disconnessi e verificati, indispensabili per il ripristino in caso di attacco ransomware.

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Come aiuta HelpRansomware
In questo contesto, la prevenzione e la capacità di risposta non possono essere lasciate al caso.
In HelpRansomware supportiamo aziende e utility nel rafforzare le proprie difese digitali con servizi specifici:
- Consulenza ransomware personalizzata, per valutare il livello di rischio e costruire una strategia su misura.
- Formazione e simulazioni di phishing, per ridurre il fattore umano come punto debole.
- Audit di sicurezza, per individuare e correggere vulnerabilità prima che siano sfruttate.
- Recupero dati e supporto post-attacco, per ridurre al minimo i tempi di fermo in caso di compromissione.
La resilienza si costruisce prima dell’attacco, non dopo. Le aziende che investono oggi in sicurezza avranno domani la capacità di resistere e riprendersi più rapidamente.
Conclusione: proteggere oggi per garantire domani
Il settore energetico non è solo un bersaglio redditizio per i criminal hacker: è un obiettivo strategico, la cui compromissione mette a rischio la stabilità economica e sociale di un intero Paese.
Per questo le utility italiane devono agire subito, rafforzando le proprie difese e adottando un approccio integrato che unisca tecnologia, formazione e procedure.
Noi di Helpransomware crediamo che la sicurezza debba essere una priorità.
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Domande frequenti (FAQ)
Perché rappresenta un’infrastruttura critica: un attacco può generare blackout, fermare la produzione e compromettere la stabilità nazionale.
Il ransomware resta il pericolo principale, perché combina estorsione economica e danno operativo. A esso si affiancano campagne di hacktivism sempre più aggressive.
Con un approccio proattivo: threat intelligence, esercitazioni pratiche, backup sicuri e segmentazione della rete.
Sì. Offriamo consulenza personalizzata, simulazioni di attacco, audit di sicurezza e recupero dati post-attacco, aiutando le imprese a trasformare la vulnerabilità in resilienza.